spesso capita di trovarsi a un bivio, “questa cosa è giusta o sbagliata?“, poi capisci che non è quello il problema, ma più probabilmente è una questione di dimensioni
le dimensioni del virtuale sono agli occhi dell’internettaro un tutto, un’enormità, la totalità degli spazi, perchè in quel momento non hai potenzialmente confini
poi quando si cala nella realtà quotidiana deve amaramente scoprire che questo tutto è una briciola
capitava con il software libero, capita ora coi “blogger”: esperienze che incroci, nicchie che esplori
una volta pensavi di fare grandi cose organizzando un linux day, attirando qualche centinaio di persone a milano o qualche decina a piacenza, ed erano già grandi numeri se si concretizzavano
oggi ti accorgi che in molte realtà – come a piacenza per esempio – quest’anno il linux day neanche si farà, non solo perchè gnu/linux e il software libero sono ormai tecnicamente mainstream, ma anche perchè determinate iniziative piene di buoni propositi e pensieri in background, finivano per essere la solita cosa di quelli che se la cantano e se la suonano da soli
pensare di fare colpo sul mercato o sugli appassionati solo grazie all’attività “online” è valutazione sottodimensionata, decisamente “da nicchia”
se vuoi colpire l’interesse di molta gente devi essere per strada e su mille canali diversi, perchè la gente devi stuzzicarla e far saper dove sei, cosa fai, quali sono i motivi per venirti a vedere e ascoltare
di fatto, è un mestiere
ma passiamo ora ai cosiddetti “blogger“, ovvero delle persone che scrivendo un blog e avendo costruito un recinto autoreferenziale fatto di “feste”, link e classifiche, pensano di essere diventate “una categoria”, quasi un circolo dei famosi
mi fa sorridere che promuovano iniziative “esponendo il loro volto” manco fossero dei politici, dei calciatori o delle veline, ovvero si sono creati il loro piccolo mondo vacuo come quello dei reality show televisivi, con tanto di litigi e gossip per tener vivo l’interesse all’interno del gruppo
in pratica, è la subcultura televisiva dell’esposizione a tutti costi, calata nella nicchia di chi vive della piccola dimensione virtuale, dimenticandosi che per la massaia di broni o per l’operaio di melfi, suzukimaruti ricorda solo il nome di una piccola automobile e pandemia l’avevano forse studiato a scuola cos’era, ma ora non se lo ricordano più…
Mi dai fastidio quando hai così ragione.
… lo devo prendere come un complimento oppure no ? 🙂
ah ah … sorry, potevo mettere la faccina 🙂
Mi sto sempre più staccando dalla “nicchia” web-social-tidemoliscolaprivacy e divento poco loquace e criptico… O_o giro girooo toondoooo