Sun CEO: “Are We Serious About Virtualizing Windows? Why Yes.”
— ‘Running, virtualizing and supporting Windows opens doors,’ explained Sun CEO Jonathan Schwartz last night, in a post on his popular industry blog aimed at clarifying Sun’s announcement last week about its latest partnership with Microsoft.
Business is Business. Da un lato scelte che sembravano parlare di libertà del software (il cui segnale si poteva riconoscere nel rilascio sotto GPL di Java/JDK), dall’altro strategie, come questo annuncio di alleanza strategica con la Microsoft, che parlano di tutt’altro.
Mi indigno? Ma no.
E’ solo che già mi vedo le solite guerre di parrocchie rivali, già mi immagino i commentini di casa ximian/novell, tanto “bistrattati” per l’accordo di cross-licensing di brevetti con la microsoft stessa.
E magari aziende come Red Hat e MySQL potranno sfruttare per propri fini di marketing “religioso“, del tipo, “noi siamo quelli duri e puri“.
Ma alla fine l’unica considerazione è che il monopolio di fatto della Microsoft – IMHO – non si può sconfiggere facendo con essa degli accordi strategici; non lo considero di certo un mercato aggressivo e competitivo, questo, se funziona a colpi di patti incrociati, tesi ad autoproteggersi.
Fare la guerra a Windows e ai suoi utenti la considero un’idiozia, ma siglare accordi con Microsoft non è libero mercato, e non c’è bisogno certo di scomodare la politica o l’ideologia del Software Libero di RMS, per osservarlo.
mi sono convinto da tempo che l’ espressione “libero mercato” in realtà stia a significare che i pesci grossi restano grossi, che quelli piccoli vengono mangiati e quelli di mezza taglia o si adattano o vengono cannibalizzati anche loro. è la logica del trust, purtroppo.
non mi fido più di niente e di nessuno, solo di me stesso. sono in trincea e le regole di ingaggio per difendere il “mio” fortino sono semplici:
1) sparare a vista;
2) dare l’ altolà.
🙁
Il “libero mercato” è un’utopia esattamente come il comunismo dall’altro versante. Solo che uno è stato quasi universalmente condannato, mentre l’altro necessita di fare ancora un bel po’ di danni prima di essere riconosciuto per ciò che realmente è.