ovvero, l’onomastico di mio padre.
più di questo, proprio non mi viene in mente
alle stronzate cadenti non credo più, ai sogni di una marea di imbecilli ancora meno
c’è di buono che si può ancora scrivere liberamente e, il blog, come forma d’espressione, sembra aver preso piede anche nella conoscenza di quelli che lavorano nei media tradizionali (o almeno parte di)
Uso come polso dei fenomeni casa mia dove, tornando una sera, mi son sentito chiedere “tu sai cosa sono i blog?”
Sul mio viso uno stupore misto a gioia, significava che anche questa piccola forse insignificante barriera era sfondata…
In casa mia si è sempre usato ascoltare la radio, da sempre, molto di più rispetto alla televisione;
ho notato, leggendo alcuni blog, che peraltro linko, che alcune giovani leve di RadioDue (radio che seguo da sempre), fanno capolino nella costellazione italiana dei Blogger; metto la ‘B’ maiuscola perché intendo quelli che se la cantano e se la suonano da soli, in un circolo virtuale, facendo libri e autocostruendosi vip da copertina (‘chapeau!’, oserei dire, oggi come oggi se becchi l’onda giusta – o pr immanicato – guadagni un po’ di soldi raccontando i cazzi tuoi… che sia poi un blog o qualche format di tv verità, il passo è breve…).
Il bello è che proprio in questo marasma – che siano fatti propri, cronache, messaggi di attivismo o semplicemente pezzi di storia in forma di diario – non è l’utilità del mezzo che ne può o ne deve essere evidenziata, ma la vera vincitrice è la libertà di espressione (…spero così di dare una rispostina al dilemma esistenziale di Valerio sulla questione).
Come sostiene EFF, i blogger:
- possono essere giornalisti (e i giornalisti possono essere blogger)
- hanno diritto alla libertà di parola
- hanno il diritto di scrivere discorsi politici
- hanno il diritto di rimanere anonimi
- (…)
EFF per la quale ho appena rinnovato la sottoscrizione annuale e invito chi legge a fare altrettanto.
Questa fondazione si batte per dei diritti che oggi potrebbero sembrare confinati a una limitata nicchia di persone, in realtà le tematiche affrontate investono direttamente o inconsciamente, miliardi di persone (non esagero); basta dare un’occhiata ai fronti su cui è attiva:
– Diritti dei Blogger
– Privacy
– CALEA
– CAPPS II
– RFID
– Sorveglianza telematica
– Anonimato
– Biometrica
– Censura
– Filtering
– Proprietà Intellettuale
– DRM (Digital Rights Management)
– DMCA (US Digital Millennium Copyright Act)
– FTAA
– WIPO (World Intellectual Property Organisation)
– Licensing/UCITA
– Linking
– Reverse engineering
– Broadcast Flag (HDTV)
– Controlli dei nomi di Dominio
– E-voting (votazioni elettroniche)
– File-sharing
– ‘Governo di Internet’
– ISP legalities
– Patents
– Pending legislation
– Public records/FOIA
– Spam
– Stati e locali
– USA PATRIOT Act
– Wireless
Il sito è in inglese e devo dire che un’equivalente organizzazione non esiste né a livello italiano né a livello europeo (ed è un peccato); è vero che c’è la FFII (Foundation for a Free Information Infrastructure) che si batte per il libero accesso all’Informazione, ma una vera e propria struttura di difesa dei diritti civili a partire dalla ‘frontiera digitale’ direi che non esiste (se esiste, ditemi per favore dov’è e cosa sta facendo!).
C’è anche da dire che, grazie alla sensibilità del suo presidente, la FSFE spesso si è occupata di tematiche che vanno ben al di là del mero software libero, però è ancora troppo poco rispetto ad una vera e propria ‘EFF europea’.