il ritorno in pianura, da cinque magici giorni in montagna, è un po’ pesantino
c’è una neve soffice e poco convinta, stamattina, freddissima
l’aria è certamente meno respirabile, sia per i miei bronchi, che per la mia mente
e stamattina è morta mia nonna Lina (e adesso di nonni viventi non ne ho più)
nella mia testa si sono succeduti tutti i sabati pomeriggi trascorsi ad ascoltarla
mi rimangono un po’ di cose, di tutte quelle parole, ma sempre troppo poco, rispetto a quanto avrei voluto
i racconti di come fecero, mio nonno e lei, la casa al di là delle mura, dove cinquant’anni fa c’era solo campagna
un po’ di racconti di piacenza nella guerra, pippo che passava sopra la città, lo scoppio alla fabbrica di munizioni sentito in tutta la città
il viaggiare al seguito del marito musicista per tutta italia
insomma c’è una normale fame di ricordi di vita, per fare propria la persona che mi lascia, per averla sempre vicina
Sta mattina la città era ricoperta da qualche millimetro di neve. Intorno alla casina verde sembrava tutto congelato nel tempo, i fiori, il giardino, il cancello, le recinzioni. In quella casa ci ho passato l'infanzia, ho tanti ricordi, tante fotografie. Era una casa viva. Sta mattina invece si è fermata. Tutto il resto continua ad andare avanti. Ma lì è finita una storia.