Come dire, ci sono poche cose che posso venire in mente in questo triste, critico e delicato momento storico.
Non chiedetemi cosa sia di sinistra perché temo di non esser mai stato di sinistra, o almeno di questa sinistra italiana.
Ci son degli argomenti da cui ripartire, però, urgenti e fattibili, che cominciano solo da buona volontà politica. Auspicherei che chi ha la palla in mano, qualche direttivo, comitati e associazioni facenti rete, alzassero la voce per farsi sentire.
Immigrazione: accoglienza, libertà di culto, integrazione (biunivoca)
Strutturarsi per fare dell’accoglienza ai migranti non una seccatura, ma una risorsa, un’opportunità, per tutti.
Aumentare e migliorare già da ora le struttura che accolgano profughi e stranieri in cerca di lavoro, perché fino a ora i flussi sono stati poca cosa, ma se ci prepariamo ora sapremo trattare chi arriva come un essere umano e non come una bestia da palleggiare. Immagino i commenti “non troviamo lavoro noi italiani figurati se dobbiamo spenderci per trovare lavoro agli immigrati”;
Lavoro: ricollocamento, formazione e riqualificazione, volontariato
Società e condizione femminile: la maternità e i figli: una responsabilità che deve essere condivisa*, le condizioni del lavoro femminile (disparità in: selezione/reclutamento, retribuzione, trattamento)
(*) in questa società avere e crescere figli è a carico prevalentemente (o vogliamo dire “unicamente”?) delle donne (per il solo motivo che partoriscono?), ma ci nascondiamo evidentemente dietro a una facile e comoda ipocrisia: la ripartizione equa in termini di tempo, soldi e impegno è ancora un miraggio e non importa a nessuno se diventare madre comporta la perdita del lavoro o l’impossibilità di trovarne uno nuovo, come pure il paradosso sociale che i padri non abbiano delle possibilità/tutele contrattuali e sociali per riservare parte della propria settimana lavorativa alla cura dei figli…