al di là dei sentimentalismi e dei campanilismi, secondo i quali ci si potrebbe dispiacere per l’eliminazione di province come lodi e piacenza, penso che questo provvedimento sia la solita scorciatoia più demagogica che utile
non affronta il vero nodo della questione province: la (presunta) poca utilità di un livello amministrativo a metà tra regione e comuni
problema che si doveva e si poteva affrontare togliendo le cariche politiche provinciali e conferendo uffici e deleghe/competenze da provincia a regione
non siamo una repubblica federale, e quello che ci stanno spacciando da tanti anni per federalismo è un’accozzaglia eterogenea di colpi di legge a destra e a manca, anche se la base di tutto, se non erro, è la legge bassanini che stabilì le deleghe da affidare a comuni, province, regioni
aggiungo solo tre cose:
- mi affascina la provocazione di andrea: aboliamo le regioni, non le province… avete presente cosa hanno in comune uno di sondrio e uno di lodi (cioè: niente), non è molto più vicino al territorio la provincia rispetto alla regione?
- ma se il problema nasce dalla domanda “a cosa servono le province?” perché sono sconosciute o giudicate irrilevanti le deleghe ad esse affidate, non era sufficiente ricalibrare le deleghe tra comuni/province/regioni?
- perché in altri stati europei hanno le province, o comunque tre livelli di suddivisione amministrativa al di sotto dello stato, e non le hanno ancora abolite? (domanda semi-retorica, questa)
rivogliamo san rocco e guardamiglio che ci sono stati rubati da Napoleone !
Ciao Marco!
L’argomento è bello tosto, ma direi affascinante (e impellente). Non capisco (ma non per polemica, solo perchè proprio non capisco :p) due tue affermazioni: “non è molto più vicino al territorio la provincia rispetto al comune?” e la tua domanda semi-retorica. Io non condivido la scellerata decisione basata sulla sola cifra fredda e fraudolenta dei 300.000 abitanti. Pensare che uno di Livigno debba recarsi a Como per dar voce ai suoi problemi o a richieste burocratiche è folle: giustamente chi è a Como non può capire le esigenze di una comunità totalmente montana, mentre non ha senso che Monza-Brianza, che è stata sempre sotto Milano, con evidenti vantaggi socio-economici-organizzativi e che condivide col capoluogo territorio, economia, società,…, continui ad esistere solo perchè ha più di 300k abitanti…. Stesso discorso, ad esempio, per Forli-Cesena (assurdo che rimanga), Genova (completamente sola?)…. almeno sulle micro-province sarde siam tutti d’accordo. Ma proprio perchè le esigenze dei vari territori (che non coincidono esattamente con le province) sono molto diverse tra loro e richiedono risposte, metodi, sovvenzioni e sensibilità differenti io non credo che la sola regione possa sostituirsi appieno e rimanere l’unico elemento decisionale: pertanto o si modificano le regioni per aree (una regione centro-padana, una alpina-est, una alpina-ovest, una tirrenica da genova a Roma, una tirrenica meridionale, una centrale umbra-abruzzo-molise,…..) o si mantengono in ogni regione delle macroprovince (ad es. Sondrio, Bergamo-Monza-Brescia, Mantova-Cremona-Lodi-Pavia, Varese-Como-Lecco, Milano): l’importante è, secondo me, che le entità territoriali siano accomunate da uno stesso bacino sociale, economico, agricolo, industriale, ambientale, logistico… -> si accomunano i problemi e si danno risposte omogenee, puntuali e competenti per quel territorio senza, si spera, spreco di denaro.
infatti era un refuso, dovevo scrivere “non è molto più vicino al territorio la provincia rispetto alla regione?” (ho prontamente corretto, grazie)
Condivido tutte le tue considerazioni in merito al bacino sociale-economico-etc…