Questo nostro vento, un po’ maggiolino negli odori e nelle temperature, che richiama i cicloni del nord-europa… 19°C alle ore 19 del 19 gennaio…
Segnali di un’inquietante accelerazione, nella mutazione climatica; non seguiti da altrettanta attenzione dalla popolazione, che si limita a registrare cinicamente, come un pennino che traccia un grafo sulla carta, di un rullo che parla di un clima impazzito, di gente inerme e addormentata da un finto benessere e dalla frenesia di consumare, bruciare, ignorare.
Oggi ero a casa dal lavoro, a causa della festa patronale, del feudo lodigiano.
Tanti piccoli interventi di ordine e manutenzione di casa e di vita.
Sarebbe decisamente rilevante, e mi aggancio (in piena sintonia) a questo post di Roberto, per chi fa un lavoro come il mio, fare il telelavoro.
L’azienda per cui lavoro ha gli strumenti, la banda, le attrezzature, il software, per attuare questa possibilità.
Il contratto nazionale degli informatici – un contratto “trasversale” siglato dalle varie rappresentanze di categoria e di contratti, ed estende i CCNL dei vari settori (tipicamente Commercio o Metalmeccanici) – già prevede e descrive modalità e tariffe minime per telelavoro, assistenza da remoto, reperibilità… basta applicarle.
Ma è una questione (sub)culturale, c’è ben poco da fare.