Che dica quello che crede, la Chiesa
è suo incontestabile diritto, perfino se il suo pensiero diventa lobbying
anche perchè non c’è niente da scandalizzarsi del lobbying, in diversi stati “democratici” o presunti tali, gruppi di pressione imprenditoriali e/o religiosi, spingono (in alcuni paesi legalmente, in altri un po’ meno) sui parlamenti per ottenere leggi che ne tutelino gli interessi
IMHO invece, è dovere dei politici, non farsi condizionare in tal senso, ma garantire altresì diritti anche solo per una minoranza di persone
perchè questo dovrebbe essere uno stato laico e civile, che cerca di legiferare per tutelare le situazioni che coinvolgono anche solo una parte esigua di popolazione, figuriamoci poi quale ipocrisia sia ignorare la massa critica delle unioni di fatto e delle convivenze estese
il dibattito è un dibatittuccio, concordo con Cacciari quando dice che la Chiesa in fondo farebbe meglio a far sentire il suo peso di rappresentanza per questioni ben più “corpose” e attinenti al messaggio evangelico, anziche’ andare a incaponirsi su “non-questioni” come il disegno di legge sui Di.Co.
ho ricevuto email private, da diversi amici e conoscenti, nelle quali mai e poi mai avrei immaginato di vedere gente ragionevole perdersi dietro a una simile pochezza di battaglia clericale contro i mulini a vento, una battaglia povera di argomentazioni, e vuota di finalità, visto che non è allo studio la modifica o la riduzione di diritti e tutele dello status quo delle coppie sposate, ma tratta tutt’altro argomento
se è una prova di forza da parte del clero, per saggiare il proprio peso politico, ritengo che abbiano scelto un argomento e un momento storico decisamente indigesti, per farlo
Link correlati:
- Comunicato Stampa: Consiglio dei Ministri n. 38 dell’8 febbraio 2007 (approvazione del DDL in seno al governo)
- Testo del DDL (PDF)
- Scheda sul DDL a cura del Ministero Pari Opportunità (PDF)
- Una domanda al primo cattolico di passaggio
PS: per fortuna che per salvarci c’è sempre il maniglione antipanico
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