dopo solo un accenno, due parole senza musica, nella sala della cinema in silenzio, mi scappa un flebile ma deciso “Take a chance on me”
è inutile dire che si trattava della canzone degli abba, è inutile dire che siano un gruppo famosissimo le cui canzoni sono conosciute a memoria da tantissime persone
è un po’ meno scontato che una persona nata nel 1976 viva in ogni canzone, suono, vestito, immagine degli anni settanta, come un’emozione del suo tempo, come se avesse vissuto l’adolescenza in quegli anni e non la prima infanzia
c’è anche da dire che in quegli anni sono state prodotte delle cose che ancora oggi sono insuperabili, e che mio padre mi cresceva a vinili di “roba buona” 🙂
se sento la disco music mi si agita il sangue
quando vedo quei divani o arredamenti a quadretti marroni e rossicci, è come se mi sentissi a casa
ho il forte sospetto che prima di vivere in questo corpo, fossi un uomo, magari morto nel 1976 (un po’ come prodi)
C’è anche da dire che quegli anni (ma anche gli anni 60), sono stati -“iconograficamente” parlando- un caso formidabile della storia recente. La cultura (musica, cinema, lotte sociali) di quegli anni continua a riverberarsi in chi, come te e me, li ha vissuti solo di striscio perché nati a fine decade.
Cosa che imho non è accaduta (per fortuna? purtroppo?) per gli anni 80. 🙂
> musica, cinema, lotte sociali
e qui ci stava un bel “etc…”, sorry 😉