…che suona circa come l’imprecazione piacentina “Malat-te-e-at-tà-ninné”
non è facile in questi giorni, in cui vorresti condividere con le persone che ami qualche momento di calore in più, e magari girare per le città in cerca di una luce più buona, ecco, non è facile invece essere in casa, da solo, malato
la sola rinofaringite con tutte le solite complicazioni che si porta dietro
e non è facile quando alla sera cominci a tremare di un freddo innaturale, sai che è soltanto il momento di picco della febbre e dopo che avrai sudato la notte, la mattina sarà sollievo, doccia e colazione
era un po’ quello di cui avevo paura anni fa, prima di andare a vivere da solo: la malattia – come avrei fatto a curarmi da solo, a essermi d’aiuto da solo, ad avere da solo le giuste medicine e le giuste scelte nei momenti di difficoltà
paure che col tempo sono scomparse, certo, ma alla resa dei conti trovo che siano questi i momenti più difficili dell’abitare da soli, ancora di più che l’organizzazione domestica, la pulizia e tutto il mondo che ci gira intorno, fatto di scadenza, rapporti coi vicini e comprensione dei ritmi, dei consumi, delle spese e delle normative (in primis, la caldaia)