l’altro giorno reinvasavo le roselline prese al banchetto dell’associazione per la lotta contro la fibrosi cistica
e pensavo al fatto di aver comprato della terra, che è stata scavata, trattata, mischiata a fertilizzanti e insacchettata nella plastica
sacchetti stoccati su migliaia di bancali in un piazzale a 500 metri da casa mia (dove c’è forse la più grande ditta d’italia di terricci) la quale ha (l’anno scorso) soffocato di cemento un enorme campo, proprio per lo stoccaggio dei bancali e la movimentazione dei camion (un’enorme area logistica ad uso proprio)
soffochiamo sempre di più la terra libera, e paghiamo poi per averne un po’ sul balcone in un vaso
non è un’assurdità? (a cui tutti siamo assuefatti, abituati, consezienti)