- Articolo pubblicato sul sito Lavoce.info il 18 giugno 2010 – Sulla prova di inadeguatezza che il nostro sistema delle relazioni industriali sta dando a Pomigliano, v. anche la mia Lettera sul Lavoro pubblicata il 14 giugno 2010 sul Corriere della Sera – V. anche il mio editoriale per la Newsletter n. 108, del 21 giugno 2010, e Cronaca immaginaria di un accordo mai negoziato (ovvero: perché l’Italia non riesce ad attirare gli investimenti stranieri) –
NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI LA CLAUSOLA DI TREGUA SINDACALE E QUELLA PER IL CONTRASTO ALL’ASSENTEISMO ABUSIVO, PROPOSTE DALLA FIAT, SONO CONSIDERATE LEGITTIME E PRATICATE NORMALMENTE – DAVVERO POSSIAMO PERMETTERCI DI RIFIUTARLE, IN UN PAESE COME IL NOSTRO CHE HA FAME E SETE DEGLI INVESTIMENTI DELLE GRANDI IMPRESE MULTINAZIONALI?
- LO STATUTO E’ STATO SCRITTO IN UN EPOCA IN CUI NELLE AZIENDE NON C’ERANO ANCORA I FAX, LE FOTOCOPIATRICI, I COMPUTER, I TELEFONI CELLULARI, INTERNET, E IL TEMPO DI VITA DELLE TECNICHE APPLICATE SI MISURAVA IN DECENNI (OGGI LO SI MISURA IN MESI): C’E’ MATERIA – ALTROCHE’ – PER UNA RISCRITTURA DI QUESTA LEGGE FONDAMENTALE, E SE QUESTO AVVENISSE SULLA BASE DI UN ACCORDO TRA TUTTE LE PARTI INTERESSATE SAREBBE MOLTO MEGLIO
“Lettera sul Lavoro” pubblicata sul Corriere della Sera del 31 maggio 2010
- NON E’ ACCETTABILE LA SQUALIFICA DEI PROGETTI DI RIFORMA DEL DIRITTO DEL LAVORO, PRESENTATI AL SENATO E ALLA CAMERA DA OLTRE 200 PARLAMENTARI DEL PD – PER SUPERARE L’APARTHEID TRA PROTETTI E NON PROTETTI OCCORRE RIDISEGNARE LA DISCIPLINA DI TUTTI I RAPPORTI DI LAVORO DIPENDENTE CHE SI COSTITUIRANNO D’ORA IN AVANTI
Articolo del senatore Ignazio Marino, membro della Direzione nazionale del PD, pubblicato su l’Unità del 27 maggio 2010
- IL PROBLEMA DEL 5% DI RAGAZZI CHE SMETTONO DI STUDIARE DOPO LA TERZA MEDIA E’ REALE. MA ANDREBBE AFFRONTATO COSTRUENDO PER LORO OCCASIONI EFFETTIVE DI ISTRUZIONE ULTERIORE; NON RINUNCIANDO AD ALLINEARE L’ITALIA AI MAGGIORI PAESI EUROPEI, DOVE L’OBBLIGO SCOLASTICO SI ESTENDE FINO AI 16 ANNI
Articolo di Irene Tinagli pubblicato su La Stampa del 22 gennaio 2010