dieci e più anni fa c’erano le community online, qualcosa a cui inizi a partecipare e dopo un anno ti stufi, per l’entropia
l’entropia domina anche i comportamenti umani, quando esseri che non vivono assieme tutto il giorno, trovano facilmente la strada dell’autocompiacimento e delle relazioni impulsive
oggi molti di questi istinti si sono riversati su facebook, un collettore ancor più facile perché a costo zero (le community di una volta dovevamo tirarle in piedi, farne manutenzione, sostenerle con tempo e a volte con soldi)
perfino personaggi più vecchi e che non hanno passato “fasi pioneristiche” come quella sopracitata oggi trovano interessante esprimersi su facebook, e bene, molto bene direi
salvo poi scrivere su facebook che internet è il male,
che è un po’ come sfruttare la stampa ai tempi di Gutenberg per esprimere il forte dissenso verso la stampa stessa: alla lunga, una vera idiozia
la cosa che mi lascia perplesso, con anche rammarico, è che io non sia libero di dire “guarda che stai dicendo un’idiozia”,
è un po’ la sindrome del grillismo, scrivere su quel post del negozio di dischi ha animato una schiera di adirati fanboy da movimento 5 dischi, delle persone che delegano a un discorso con toni patetici il loro rifiuto di ragionare
l’unico ragionamento valido è quello dei fatti, non il mio o il loro: questo è il progresso, che ti piaccia o no
se dai dei cretini a quelli che preferiscono la musica online
e imputi a loro la chiusura dei negozi,
non hai saputo far altro che arroccarti dietro la tua posizione “elitaria” di “posto di cultura musicale”…
beh, peccato, sei tu fuori mercato, non gli altri “gli assassini”