ieri pesa di più di quanto pesasse ieri
prima il fratello, che ricordo ancora – come in qualche foto a corredo di questo post – un bambino – piccolo, furbetto, sveglio, ma sempre un bambino – perchè è così che è impresso nei suoni del mio cervello, nelle immagini della mia vita, così come quando me ne andai di casa per andare a viver da solo
se penso a mio fratello sento sempre la voce di un bambino nella mia testa, un bambino a cui voler un mondo di bene
un bambino per il quale, se ripenso a quella volta che per colpa mia sbattè la testa contro il bordo del letto e si tagliò, lasciandogli ancora adesso una cicatrice nascosta dalla stessa frangia che copre i brufoletti adolescenziali, mi vien da piangere dal rimorso
ora quel fratello va alle scuole superiori, le stesse di nostra madre, ha una voce che sta cambiando e sembra che abbia un perenne mal di gola
quel fratello non è più un bambino, e se egli non è un più un bambino, io cosa sono?
e poi il compleanno della mia fidanzata
che è diventata un po’ più grande, anche se certamente è ancora na’ creatura, come si direbbe a napoli
e diventando un po’ più grande, l’ho sentita accidentalmente parlare di ricordi, di sguardi verso il passato
se ella già parla di ricordi, io cosa dovrei fare, col mio offset temporale?
quale è la mia età?
certo che non sono più quel bambino timido, timidissimo, appoggiato su una balla di fieno di un campo a costa stradivari, di fronte a castell’arquato
quello è il mio passato, solo che è molto più ieri di quanto lo fosse ieri
forse è per quello che sono nervoso, oggi in particolare
non saprei
è come se sentissi che certe pagine passate non possano considerarsi archiviate nel mio subconscio, se non arrivo alle pagine di un nuovo libro
ecco, forse, sento il bisogno, forte, di aprire un nuovo libro
e so che sarà bellissimo, e lo apriremo in due