Leader dell’opposizione
Nei sistemi politici bipartitici (o, quantomeno, bipolari) con forma di governo parlamentare il leader dell’opposizione (o capo dell’opposizione) è il leader del partito (o della coalizione) che detiene il maggior numero di seggi parlamentari dopo il partito (o la coalizione) che, avendo vinto le elezioni, è al governo.
Una figura del genere può essere teoricamente individuata anche nei sistemi multipartitici, ma sarebbe normalmente priva di particolare significato, poiché in questi sistemi l’opposizione è di solito frammentata in una pluralità di partiti disomogenei dal punto di vista ideologico e il partito più consistente tra quelli che la costituiscono non è in alcun modo rappresentativo dell’intera opposizione. Ciò non toglie che a livello informale, soprattutto nel linguaggio giornalistico, il termine venga talvolta utilizzato anche nei sistemi multipartitici per designare il leader di un partito d’opposizione di particolare rilevanza.
In Gran Bretagna e nei sistemi che ne hanno adottato il modello costituzionale (India, Canada, Australia, Nuova Zelanda, altri stati del Commonwealth ecc.) l’opposizione [1] e il suo leader hanno uno status ufficiale, disciplinato dalla stessa costituzione. In questi sistemi il maggior partito di opposizione è qualificato official opposition (opposizione ufficiale). Il leader dell’opposizione[2] è considerato come una sorta di primo ministro alternativo, che deve essere consultato da quello in carica per alcune nomine o decisioni bipartisan, ed è a capo del cosiddetto governo ombra (shadow cabinet) costituito da parlamentari dell’opposizione incaricati di seguire da vicino, proprio come un’ombra (donde il nome), l’attività dei corrispondenti ministri del governo in carica. Compito del governo ombra è svolgere un’azione critica verso le decisioni del governo in carica, proponendo alternative. Normalmente se il partito di opposizione vince le elezioni, il leader dell’opposizione diventa primo ministro e i membri del governo ombra vanno ad occupare i corrispondenti posti nel governo in carica.
A differenza dei sistemi bipartitici sopra ricordati, riconducibili al cosiddetto sistema Westminster, in altri sistemi bipartitici o bipolari il leader dell’opposizione e l’eventuale governo ombra non hanno di solito uno status ufficiale.