Giacomo Rizzo » Shoah, tra memoria e pornografia
D’altra parte, leggo (e condivido) l’amarezza con cui Gad Lerner, in un post sul suo blog, commenta la “pornografia della Shoah” (riferendosi alle novecento pagine del libro “Le benevole”, di Jonathan Littell, edito da Einaudi).
Voglio riprendere e rilanciare la considerazione di Lerner, facendo riferimento a quello che ho visto (e letto) durante questa (importantissima) Giornata della Memoria: è davvero necessario, per ricordare, arrivare alla morbosità, alla pornografia, oppure stiamo solo cercando di risvegliare una sensibilità ormai anestetizzata dalla violenza quotidiana?In questo secondo caso, dovremmo dedurre che in 50 anni, in fin dei conti, l’umanità abbia imparato ben poco…
La sobrietà, contro tutti i mezzi di marketing moderno, è una scelta che andrebbe applicata in molte circostanze, non solo quando uno scrittore arriva a questi livelli, sebbene a volte diffondere parole “forti“, anche nell’accezione rivoltante del termine, può essere un mezzo efficare per imprimere nella memoria di chi non ha memoria.
Perchè oggi a scuola, temo, si insegni a usare sempre meno la memoria, e la riflessione.