Generalmente nel periodo ferragostano, nel quale l’azienda per la quale lavoro mi obbliga a stare a casa nonostante non istituisca un’ufficiale chiusura aziendale, mi dedicavo ad attività orticole, di uscite, e soprattutto, a mente sgombra, riuscivo a prendere e a sviscerare qualche argomento tecnico buono per incrementare i miei skills.
Tutte attività svolte, più o meno, a parte l’ultima: l’ho decisamente accantonata, quest’anno, e spero che non sia il preoccupante segnale che la sete di conoscenza è in calo.
In realtà è proprio una maturazione che mi sta portando a disinteressarmi sempre di più degli aspetti meramente tecnici e che trasla le mie passioni verso gli aspetti ideologici, filosofici e politici.
Sempre di più.
Nei ritagli di tempo, salvo qualche piccola eccezione, ho presto accantonato il devastante passatempo di leggere blog altrui a destra e a manca, preferendo qualcosa di molto più appassionante e gustoso:
la scoperta degli intrecci di immagini, colori, vite e passioni che si trovano nelle foto degli utenti di flickr.
All’inizio pensavo che fosse uno strumento di gallery o fotolog qualunque, ma fu un’analisi superficiale: in questi giorni sto scoprendo che gli strumenti, alcuni essenziali altri superflui, hanno dato modo agli utenti – la vera forza – di sviluppare un intreccio di sensazioni fatte di immagini che sono a dir poco stupefacenti.
> La gallerie delle mie preferite < (tra quelle che guardato finora)