Secondo me un governo – a maggior ragione se non etichettato da qualche fazione pro- o contro- confindustria – non dovrebbe spendere tempo a capire su un’impresa come la fiat abbia o meno intenzione di rispettare progetti più o meno dichiarati, veri o presunti. Dovrebbe mettere in campo, insieme alla fiat stessa, piani di investimenti e agevolazioni fiscali, volti a far nascere nuovi progetti, a rilanciare la fiat stessa e l’industria italiana con innovazione, nuove tecnologie, sostenibilità ambientale, che poi significherebbe, in prima istanza, puntare su nuove citycar e veicoli innovativi, anziché riproporre vecchi baracconi americani della chrysler con i marchi del gruppo: quella roba è vecchia. Il presente sono auto elettriche e ibride e ad aria, veicoli sempre meno ingombranti e inquinanti. Innovazione e occupazione vanno a braccetto nel momento in cui si creano nuove possibilità, sostenere questa politica senza futuro, fatta di suv rimarchiati e veicoli dagli stessi consumi di vent’anni fa, non può garantire il posto ai dipendenti della fiat. Con o senza Marchionne.
(Ho volutamente evitato di parlare dei decennali aiuti di stato alla fiat)