fare a botte col proprio cervello per cercare di risolvere le assurdità di certi lavori fatti male a causa di involuzioni tecnico-ambientali … beh, magari tali involuzioni meritano un post a parte, con dedica
la cronaca di molte giornate che professionalmente sono di pochissimo stimolo e segnano la decadenza di una certa costruzione – il castello di vita-lavoro-certezze che fa tanto solidità, vista dal di fuori – ricorda molto le inquietudini e le emozioni scatenate dal discreto film visto ieri, Revolutionary Road
ben lungi dal farmi andare insieme emotivamente, colgo però il più possibile, da ciò guardo, leggo e ascolto, gli spunti di riflessione sui quali provare a cucire un abito mentale da provare e dopo qualche minuto scartare, giusto per vedere allo specchio l’effetto che fa, se è una giacca troppo stretta, se mi si vede troppo la pancetta, o se mi fa ancora più tappo di quello che mi si definisce
la vera sfida è non farsi mai schiacciare dalle abitudini, e non calpestare mai i sogni e le ambizioni di chi sta vicino, sono cose che probabilmente già pensavo, ma vedere una simulazione di storia in cui tali errori vengono commessi, sortisce – nella mia mente bacata – un po’ l’effetto di visione futuribile alla Chistmas Carol di Dickens, per intenderci