che fabio volo possa piacere o meno, come personaggio o come cose che dice, è una questione marginale
la condivisibile riflessione che parte dalle sue parole (che ho sentito in radio stamattina) – in sintesi: abbiamo in italia una classe dirigente e di potere politico ed economico che è vecchia e fa da tappo ai giovani, e questi giovani poi votano questi vecchi, vi si riconoscono pure – verte non sul dogma che giovane = migliore
, quanto piuttosto sulla marcescenza di una società, quella italiana, che storicamente non punta sui giovani per il fare, e si affida ai “vecchi” dal punto di vista esecutivo
il confronto con altre società, prese ad esempio quelle dell’europa del nord, in cui i vecchi agiscono come maestri e non come comandanti, mentre i giovani sono in prima linea fin da subito, assumendosi responsabilità e lavorando anche ai posti di comando, è a prima vista schiacciante, per questa italia dei bamboccioni
la tristezza della condizione attuale è espressa tutta dal fatto che il premier – così come anche il suo predecessore – all’età di 72 anni viene votato anche dai giovani, è voluto da tutti, e i leader politici di destra e di sinistra che scalpiterebbero per la successione al trono, stanno già invecchiando, e un po’ svaporando…