non vi sono scusanti climatiche
da addurre alla cronica svogliatezza che pervade il tempo di questi giorni
troppe gabbie, perlopiù costruite dalla mia mente, mi ostruiscono il passaggio per la via della luce (o almeno per un po’ più di)
certo non rincuora l’idea di ripiombare nel feudalesimo lodigiano domattina, con tutto che il valvassino farà il suo ritorno e il teatrino dell’assurdo e dell’irragionevole, della pidocchieria e della magra improvvisazione, ricomincerà al massimo del suo regime (anche se già venerdì si ebbero i primi sentori di nervosismo da vecchi tempi)
visioni, dal pezzo che mi gira nelle orecchie in questo momento:
Speak to me of summer, long winters longer than time can remember,
The setting up of other roads, to travel on in old accustomed ways.
I still remember the talks by the water, the proud sons and daughter that,
Knew the knowledge of the land, that spoke to me in sweet accustomed ways.
from “Starship Trooper” – The Yes Album