liberi cantieri di sbarrax
del lavoro
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parlando negli anni scorsi della festa del primo maggio spesso dei colleghi si chiedono se questa festa abbia ancora valore o meno, così come spesso se lo chiedono per quella del 25 aprile appena passata

con gli anni che passano ti rendi conto che, per entrambi i casi, sono valori da ricordare e da preservare dalla tendenza all’accorciamento della memoria

però il primo maggio ha sempre un valore attuale, se lo carichiamo di quella che alcuni chiamano “lotta al precariato“, altri “lotta alla flessibilità snaturata

se la flessibilità fosse attualmente riconosciuta per quello che è, ovvero un vantaggio unicamente per le imprese, allora forse capiremmo che è indecoroso e illogico che i contratti che danno questa flessibilità alle imprese stesse costino di meno dei contratti a tempo indeterminato

non ho mai visto un noleggio o un leasing su un’automobile che costi, in proporzione all’unità di tempo, meno che comprarsi l’automobile stessa

se è vero che il mercato del lavoro non è proprio come quello dei beni materiali, è certo vero che se un imprenditore ha la possibilità di assumere una risorsa per un tempo determinato, ciò costituisce per lui un vantaggio, ma non certo per la risorsa

oggi come oggi – testimone diretto il sottoscritto – i contratti a tempo determinato e le varie forme di apprendistato/formazione, rientrano ben poco in piani di “flessibilità” dell’azienda, ma sono solo un modo di risparmiare il più possibile (parole sentite chiaramente da uffici di selezione del personale di aziende a cui non frega niente tenere le persone per qualche mese e poi disfarsene, ma soltanto di risparmiare in imposte e contributi)

quindi la flessibilità ci vuole, ma gli strumenti a disposizione oggi delle imprese secondo me c’entrano ben poco con la flessibilità e ben tanto con un accrocchio tutto italiano…

non sarebbe più equo che i lavoratori a tempo determinato costassero alle aziende di più di quelli a tempo determinato?

6 commenti

  1. E’ un discorso lunghissimo.
    Concordo, ma sarebbe come agire solo a valle del problema.
    A mio parere esiste una soluzione a monte che automaticamente toglierebbe qualsiasi necessita’ di risparmio esasperato da parte delle aziende.
    L’imposta sul reddito (fisico o di societa’) e’ fissata in due scaglioni.
    10% e 15%.
    A differenza di oggi e’ lecito detrarre qualsiasi spesa accessoria, purche’ non voluttuaria, dal computo del reddito (in stile americano).
    Guadagno 1000, spendo 800, pago il 10% di 200.
    Così si creerebbe un circolo vizioso che impone a tutti di rilasciare fattura o scontrino.
    E tutti rilascerebbero fattura o scontrino perchè tanto al massimo si andrebbe a pagare il 15% di imposte sul netto.
    Facile no?
    Ovviamente ho ultra-semplificato, ma questo criterio impositivo secondo me avrebbe un successo considerevole fatti i debiti calcoli e le debite proporzioni.
    Buon venerdì e complimenti per le foto.
    😉

  2. se

    “Così si creerebbe un circolo vizioso che impone a tutti di rilasciare fattura o scontrino.”

    voleva avere accezione positiva, allora il circolo voleva essere virtuoso, non vizioso, 😉

    btw, non capisco immediatamente il nesso con il discorso flessibiltà e costo del lavoro, mi puoi spiegare come intenderesti tu la “flessibilità”? (senza rispondermi “io non la vorrei” 🙂 )

  3. Il comunismo ha avuto i suoi limiti che fortunatamente sono già stati evidenziati dalla storia. Anche il liberalismo ha i suoi evidenti limiti che, sfortunatamente, la storia deve ancora registrare/capire bene. Uno di questi, che appare ancora poco evidente, è che difficilmente gli interessi di una azienda possono coincidere con quelli dell’ultimo dei suoi impiegati.
    Non credo che siano necessarie particolari doti intellettive per riscontrare come siano organizzate le nostre attuali imprese e cioè a piramide. E una piramide vuole che siano molti alla base e pochi al vertice. Le mie, limitate, conoscenze storiche, politiche, culturali, sociali mi suggeriscono come ci sia una certa teoria legata alla meritocrazia che accetti e giustifichi tale organizzazione e altre che la mettano più o meno in dubbio.
    Attualmente il problema, a mio parere, non è tanto nel vertice, che è cosciente appieno del suo ruolo e coerente con i suoi interessi, quanto nella base che di fatto accetta le regole del gioco che giustificano la piramide e recrimina un posto superiore nella piramide. E mentre si critica il vertice e si piagnugola, di fatto, se ne costitusce le fondamenta….. in definitiva: se ne accettate le regole del gioco, accettane le conseguenze. Altrimenti cercate di cambiare le regole scorrette senza piagnucolare e senza cercare di sostituire chi ha sgomitato meglio di voi.

  4. 🙂 Marco, io faccio sempre l’errore di parlare ad una ipotetica fantomatica platea, tu quello di pensare che mi rivolga specificatamente a te …. va beh dai, nonostante tutto non ho ancora imparato a comunicare sui blog 😉 Ciaoooo

  5. 🙂 Marco, io faccio sempre l'errore di parlare ad una ipotetica fantomatica platea, tu quello di pensare che mi rivolga specificatamente a te …. va beh dai, nonostante tutto non ho ancora imparato a comunicare sui blog 😉 Ciaoooo

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