Stanno ancora attaccati ai vecchi modelli “padrone contro operaio”, a delle lotte di classe con classi che non sono più quelle.
Il mondo del lavoro è cambiato, il mondo è cambiato: non se ne sono accorti.
Pensano che arroccandosi nelle battaglie che erano sacrosante fino a 40 anni fa si faccia “tutela dei lavoratori”.
E si dimenticano delle donne che ancora oggi vengono licenziate perché rimangono incinte.
E si dimenticano che un giovane neodiplomato o neolaureato viene continuamente rimbalzato in una spirale di incertezza mascherata dal termine “flessibilità” (la flessibilità è una cosa utile e probabilmente necessaria nel mercato di oggi, ma deve essere uno strumento per le aziende, non un boomerang in fronte a chi lavora).
E si dimenticano del mondo delle partite iva, non i grandi manager alla colaninno, ma i piccoli privati che si son messi in proprio perché non sarebbero mai stati assunti per vendere la propria professionalità, e che non hanno alcuna tutela quando i clienti non ci sono, o ci sono e non pagano. O quando hanno dei figli. O quando si ammalano.
Dove sono i sindacati? A fare la guerra a Marchionne o a Renzi? Non c’è forse un’intera generazione che merita di più?