il 20 giugno la commissione affari legali del parlamento europeo (juri) ha lasciato in gran parte inalterato il testo della direttiva sulla brevettabilità del software, il cui voto verrà sottoposto all’assemblea del p.e. il 6 luglio
bene, il testo che verrà affrontato dagli europarlamentari sarà un bel groviera, senza gli emendamenti chiarificatori suggeriti da ffii e proposti da rocard
a questo punto si è arrivati anche grazie a sorprendenti-inquietanti posizioni dell’ultima ora espresse dal voto di alcuni membri del juri, che inspiegabilmente non si sono comportati come da precedenti dichiarazioni
al di là delle spiacevoli schifezze che succedono in quelle aule e a tutte le amare considerazioni che possono nascere sulle procedure (e alle enormi gabole che attorno vi fioriscono) di quelle istituzioni europee, la constatazione più dolorosa è che ancora-tuttora-ancora l’intera questione rimanga confinata e volutamente etichettata come “materia da tecnici”, riscuotendo meno interesse sui mezzi di comunicazione popolari del più meteorico gossip estivo o del nuovo modello di pendolino lanciato dall’organizzazione a delinquere che monopolizza le ferrovie italiane
l’obiettivo di bsa&c. è proprio lasciare siano i loro numeri e i lori soldi a parlare della materia, e non un’organizzazione che nasce dal basso o le migliaia di p.m.i. che firmarono una petizione e che adesso qui vogliono riaffermare di essere la maggioranza economica dell’europa
tutto questo non conta, conta solo che il 7 luglio gli europarlamentari potrebbero ripetere (se non amplificare) l’errore del juri, dal momento che i mep stessi non sono messi – in merito a questa votazione – sotto esame dall’opinione pubblica, per lo più ignara del fatto che ci sia da anni un dibattito in corso e ancor peggio, consenziente e passiva di fronte all’introduzione di espedienti tecno-giuridici e nonostante il monito di chi, già più volte ha messo in guardia sulle pesanti ripercussioni economiche e anti-liberali che artifizi chiamati brevetti sw, drm, ‘proprietà intellettuale’ potrebbero avere in europa
l’opinione pubblica rimane indifferente, ma anche molti addetti ai lavori rimangono tra il menefreghismo e la placida convinzione che nulla cambierà… in fondo, negli usa i brevetti sw sono legalizzati e il sw si continua a sviluppare… vero, ma a che condizioni?
la competitività e l’innovazione ict del mercato europeo contano molto più sulle pmi rispetto a quanto non faccia il mercato statunitense; se non vogliamo che aumenti il trend per il quale le tecnologie core ict siano sempre di più un’esclusività delle corporation d’oltreoceano, dovremmo, per amor proprio, pretendere che sulle pagine di giornali come corriere e repubblica (e non solo l’unità) finiscano articoli di verità e di denuncia (partendo dalla posizione di protezione della propria competitività da parte delle pmi, per arrivare ai penosi teatrini di bruxelles e strasburgo)
già adesso sembra che il settore della produzione informatica italiano, più che sw gestionale e fiscale, di suo non riesca a produrre, e l’ambito consumer sta inesorabilmente consegnando il 100% del mercato a pochi giganteschi attori
consegnamo dunque, con serenità, le chiavi di casa agli amici della cricca di bsa&c, oppure capiamola una volta per tutte che sono affari di tutti e non ‘questioni di nicchia’
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- “Big software houses seen winners in EU patent vote“
- “La sfida dei brevetti software nella società dell’informazione“
- “Europe moves closer to software patents“
- “Patent law passes EP committee without major changes“
- “EU Rejects Changes to Proposed Patent Law“
- “Patent absurdity” (by R.M.Stallman)
- “EU wrestles with digital patents“
- “Euro Group Rejects Restrictions On Software Patents“
- “IT groups win EU ruling on patents“
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