Si può far finta di credere che Massimo Cacciari, Giancarlo Caselli, Cesare Salvi siano personaggi da barricata estremista. Si può far finta che Alberto Asor Rosa sia uno stalinista irredimibile. Si può far finta che questo articolo e il suo autore non ci siano. Più difficile sarà far finta di non aver visto che decine di migliaia di persone nel pomeriggio di sabato 8 settembre si sono autoconvocate in molte piazze italiane richiamate da Beppe Grillo. Sono tutte persone che non si sentono rappresentate né dal cast fisso di «Porta a Porta» né dai sindaci-sceriffo, e si sono perdute nel silenzio quasi assoluto di un governo laborioso ma introverso e nella giungla di un’incomprensibile disputa sulle tasse e di un’altra incomprensibile disputa sui lavavetri, mentre l’Italia è sempre immersa in una illegalità immensa e potente, completa di “leggi vergogna” ereditate intatte da Berlusconi. Quelle decine di migliaia di persone si sono riunite in tante assemblee contro la politica così come la vedono recitata nel cast fisso di «Porta a Porta». Erano solo cittadini che un tempo venivano a dare coraggio al centrosinistra in Piazza San Giovanni o al Circo Massimo a Roma. Adesso, lasciati soli, fanno da soli intorno al vocione di Beppe Grillo. «Ma quando mai un comico ha dovuto mettersi a fare il leader»?», ha chiesto lo stesso Beppe Grillo al suo popolo. Per fortuna c’è chi si ostinerà a portare tutte (tutte) queste valige dentro il Partito democratico. Per impedire che voli via col vento frivolo di Europa.
citazione da “Stando a quel che si è saputo“ – di Furio Colombo – sezione società – fonte l’Unità via onemoreblog