In questo ponderato articolo “Do Google and YouTube have ethical responsibility for their video services?“, Nate Anderson conduce a interessanti riflessioni sui fatti di cronaca recentemente “ribaltati” su video di google/youtube e sulla decisione della magistratura italiana di indagare due dirigenti di Google, potenzialmente colpevoli di non aver vigilato sui contenuti pubblicati, veicolanti immagini di bullismo.
Nell’articolo emerge anche la considerazione che, dopo che questi fatti hanno avuto una ribalta e una visibilità eccezionali, si è finalmente aperto un dibattito a livello nazionale su bullismo e sulla condizione giovanile.
Aggiungo, come casi di cronaca “limitrofa”, che anche gli squinternati che filmavano e pubblicavano le loro idiozie motociclistiche, in realtà hanno posto fine in anticipo alle loro follie grazie proprio alla eco che la pubblicazione su Internet ha dato loro, consentendo alle forze dell’ordine di rintracciarli più facilmente, rispetto a segnalazioni “tradizionali” fatte dai poveracci che in quel momento stavano sulla loro stessa strada.
Personalmente, ritengo che la mancata comprensione delle dinamiche del web, assieme alla colpevolizzazione dello strumento stesso, consegna l’Italia ancora una volta alla schiera di Paesi censori e con una classe dirigente vecchia e inadatta alla situazione reale di una popolazione che viaggia a una velocità diversa da quella dei politici che la governano e ne legiferano.
E’ ora di accelerare.