Tutti pirati? È quello che la propaganda contro gli scambi di archivi musicali vorrebbe farci credere. Ma i fautori della «proprietà informatica» a ogni costo dovranno lottare senza fine contro le nuove forme di espressione. Infatti queste, che si fondano sulla possibilità di condividere l’atto di creare e di cooperare a livelli inediti, resi possibili dall’avvento di internet, sono sempre più potenti.
Hanno tentato di mettere sotto chiave le varietà di riso coltivate in Estremo Oriente e hanno denunciato agricoltori “colpevoli” di essersi ritrovati loro malgrado con raccolti OGM per cause ambientali. Vorrebbero che le formule matematiche fossero di quasi esclusivo utilizzo di poche realtà tecnologiche che, con la scusa di fare innovazione, impongono monopoli a scapito di concorrenti, consumatori e cittadini. Spacciano logiche sanitarie incentrate sulla somministrazione di medicinali a tutto beneficio dell’industria farmacologica ignorando il diritto all’accesso a cure fondamentali per tutti e negando le strategie per la prevenzione delle malattie. Chi sono? Sono le corporation e i governi compiacenti che combattono i beni comuni informazionali.
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