stacco la batteria del portatile, che tanto è inutile, anzi nocivo, tenerla dentro se sono a letto, il surriscaldamento del processo di ricarica fa impiantare il notebook
fuori, scrosci di pioggia insicura fanno tintinnare le grondaie e rischiano di svegliare la bambina di sotto
vado a prendere un cerotto, mi son squartato il mignolo nel solito mangiarmi-la-pelle-delle-dita di autolesionismo cronico ventennale
sono settimane in cui si parla di rinnovo di mobili, si fanno disegni, si pensa alla vita unica in due
la lavastoviglie nel frattempo continua a cinguettare isterica la fine del suo ciclo 45°-breve, ma io la ignoro, non comanda lei
sono settimane in cui l’attività in ufficio è frenetica ma anche tremendamente produttiva, da quando mi hanno aggiunto una risorsa, finalmente si marcia a velocità rispettabile e l’affiatamento del team è notevole
un merci sferragliante fa tremare i binari qui vicino, mi torna in mente il treno schifoso preso stasera; treno sul quale però ho trovato un collega piacentino che ho poche volte la fortuna di incontrare, col quale poter parlare serenamente di viaggi, mete e curiosità