rispondo ora a questo simpatico cazzeggio, a cui fui invitato da spiff…
I Viaggi di Gulliver (J.Swift, trad. di Attilio Brilli, ed. Garzanti)
Mio padre aveva una piccola tenuta nel Nottinghamshire ed io ero il terzo di cinque figli. All’età di quattordici anni mi mandò allo Emmanuel College di Cambridge dove trascorsi tre anni dedicandomi agli studi senza distrazione, ma poiche’ il peso del mio mantenimento, malgrado l’esiguità dei soldi che mi mandava, si faceva troppo oneroso per i suoi scarsi proventi, mi mise come apprendista da James Bates, rinomato chirurgo di Londra, col quale restai quattro anni (…)
Senza Sangue (A. Baricco, BUR)
Nella campagna, la vecchia fattoria di Mato Rujo dimorava cieca, scolpita in nero contro la luce della sera. L’unica macchia nel profilo svuotato della pianura.
I quattro uomini arrivarono su una vecchia Mercedes. La strada era scavata e secca – strada povera di campagna.
Dalla fattoria, Manuel Roca li vide.
Si avvicino’ alla finestra. Prima vide la colonna di polvere alzarsi sul profilo del mais. Poi sentì il rumore del motore. Nessuno aveva più macchine, da quelle parti. Manuel Roca lo sapeva. Vide la Mercedes spuntare lontano e poi scomparire dietro a un filare di querce. Poi non guardò più.
L’asino d’oro (Apuleio, trad. di Massimo Bontempelli, Einaudi)
Io ti farò passare dinanzi agli occhi capriccio e favole al modo dei Milesi, e le tue benevole oracchie blandriò con chiacchere facete – se non sdegnerai di gettare un’occhiata a queste carte scritte con l’arguta penna degli Alessandrini, – e comincerò con figure e fortune umane mutate in altre immagini e poi riportate al punto di prima con alterna vicenda, che tu ne stupirai. Incomincio. Ma chi è costui? Lo saprai in poche parole. La mia condiscendenza è antica: proviene dall’Attico Imetto, dall’Istmo di Corinto, dal Tènaro Spartano, terre felici, decantate in libri più felici. Qui, fin dalla prima puerizia, appresi in lingua attica. Più tardi, straniero in città latina, coltivai senza guida di alcun maestro, faticosamente, il sermone natio dei Quiriti. E chiederò venia anzitutte se, parlator rozzo, urterò in qualche espressione esotica o triviale. Ma intanto, proprio questo cambiamento di lingua corrisponde allo stile di quella volubile scienza cui ci siam dati. Cominciamo questo racconto che ha gran voga presso i Greci. Lettore, attento: ti spasserai.
Dei Delitti e delle Pene (C.Beccaria, cura di Franco Venturi, Einaudi)
Gli uomini lasciano per lo più in abbandono i più importatni regolamenti alla giornaliera prudenza o alla discrezione di quelli, l’interesse de’ quali è di opporsi alle più provide leggi che per natura rendono universali i vantaggi e resistono a quello sforzo per cui tendono a condensarsi in pochi, riponendo da una parte il colmo della potenza e della felicità e dall’altra tutta la debolezza e la miseria.
Millennio (“Milenio – Carvalho II En Las Antipodas” – Manuel Vazquez Montalban, trad. di Hado Lyria, Ed. Feltrinelli)
Già nel 1982 era tornato allo stesso albergo del suo primo viaggio a Bangkok, ed eccolo lì il Dusit Thani, più vecchio di trent’anni da quando aveva potuto scoprire le sue stanze corrette, la sua piscina, che si sarebbe detta costruita al riparo dal sole, oscurata da edifici più alti, e anche il suo eccellente buffet per la colazione e i tre ristoranti specializzati in cucina internazionale, thailandese e giapponese, degno di nota soprattutto quello giapponese. Probabilmente il concierge non era lo stesso di venti o trent’anni prima, ma era sempre vestito da Peter Pan asiatico (…)
Wow, l’avevo quasi dimenticato! Bhe, complimenti… Apuleio è meraviglioso, e a Gulliver ci sono molto affezzionato perchè stata una mie primissime letture “da solo” (con Huckleberry Finn di Mark Twain). :-))) Montalban mai letto niente, mannaggia…